I bambini non mi piacciono. Non mi sono mai piaciuti. Non mi sono mai stati simpatici. Così, credo per dispetto, o per uno strano gioco del destino - dopo varie peripezie e tumulti - si è affrontato il discorso "affido condiviso" ed una bimba, in carne ed ossa, si è materializzata nella mia quotidiana, caotica, disorganizzata, vita. Una triade di giudici ( donne ) hanno stabilito che anch'io fossi idonea al ruolo, così c'è scritto su un plico pluri timbrato e controfirmato. Ho letto quei fogli distrattamente, poi li ho infilati in borsa mentre scendevo lo scalone in marmo del Tribunale. Era un giorno di metà luglio, rovente. Ad Alessandria mancava l'aria, il marciapiede assolato sembrava sciogliere la suola delle scarpe. Appena fuori ho acceso una sigaretta, nonostante le vertigini, l'ho letteralmente "assorbita" in due tiri. In auto, con il sollievo dell'aria condizionata, ho appoggiato la testa al sedile ed ho pensato. Ho pensato che avevo bisogno di un paio di scarpe nuove per i miei momenti di corsa e camminata , in cui sfogo rabbia, nervosismo e paure. Quelle scarpe le ho poi comprate. Guardo loro e Anna, oggi. Le scarpe sono proprio da buttare, ormai. E lei, beh, lei è bellissima...