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Onde anomale


"La paura che cos'è?" Te lo chiedo a bruciapelo, mentre sei assorbito da un film di cui non ho seguito una scena. " Cosa senti dentro quando hai paura?" insisto, spostando lo sguardo dal pavimento al tuo profilo. "Non saprei, non so descriverlo, ma ho capito a cosa stai pensando..." rispondi asettico. Non dico altro, riprendo a far finta di seguire le immagini sullo schermo e tu lasci che i miei pensieri mi portino via. Una persona molto cara sta affrontando il terrore della malattia di un figlio, appena adolescente. Da quando l'ho saputo, non ho più potuto darmi pace, come si reagisce in questi casi? Io come avrei reagito? "Ho paura" ho pensato subito. Paura di quello che verrà detto e fatto, paura di cosa sta e stiamo aspettando, del tempo che viviamo nell'attesa, del tempo che verrà, delle cure, dei traguardi, degli abissi, della stanchezza e dei crolli, delle cose che accadranno e che non capiremo. E che forma ha la mia paura? Se dovessi renderla materia palpabile, guardarla negli occhi, come la vedrei? La mia paura più grande è l'acqua. Benchè sia l'elemento che amo più di ogni altro, di cui sento il richiamo, il bisogno fisico, la temo. Il mare, un fiume, un lago, le onde, le ombre, i riflessi, mi calmano, mi caricano, mi riportano alla mia anima primaria, ma sono terrorizzata dalla sola idea di immergermici. La paura è uno tsunami, un'onda anomala che ti arriva alle spalle mentre guardi la spiaggia con i piedi in mezzo metro d' acqua, credendoti al sicuro. Ti volti appena e sbam! Un muro liquido alto dieci volte te, ti sta piombando addosso ai cento all'ora. In una frazione di secondo devi decidere se tenere il fiato, scappare, aggrapparti a qualcosa, pregare o abbandonarti. E lo fai. Fai tutte queste cose, ma è inutile, nessuna serve, nessuna ti salverà. Mentre nelle narici senti un odore tremendo di candeggina. (Non so se per tutti è così, ma, quando ho tanta, tanta paura, io sento puzza di candeggina!) Apri gli occhi e sei nell'onda, la tua vita - tutta - è lì dentro e ti gira intorno, le tue cose, le tue certezze, i tuoi punti di riferimento, vengono scaraventati via senza pietà. Quanto dura? Un'eternità, forse lo sarà o forse saranno pochi istanti, ma cambieranno tutto. Quando l'onda sarà passata, il mare si sarà ritirato, ti guarderai intorno e scoprirai che ciò che ti è rimasto, è proprio quello che hai saputo afferrare con tutte le tue forze e portare in salvo con te...o l'esatto contrario, ma andrà bene, proprio bene, così...


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